LE VITTIME

Aggrappati per sopravvivere, ma il Tanaro ebbe la meglio

L'inutile resistenza di Perin, la triste fine di un uomo paralizzato. Marilena Falzoi ritrovata a un chilometro da casa: un medico tentò di salvarla

ALESSANDRIA – L’ultimo corpo a essere rinvenuto fu quello di Maria Maddalena Falzoi. Si sperava in un miracolo perché, quando si finisce nell’elenco dei dispersi, c’è comunque un appiglio di speranza a cui aggrapparsi, anche se spesso è un’illusione. O forse il desiderio di non darla vinta al destino.

Il 14 novembre, dunque otto giorni dopo il tragico giorno che sconvolse Alessandria, il lumicino si spense del tutto. Maria Maddalena Falzoi, conosciuta come Marilena, era stata trascinata dalla corrente. La trovò una squadra della Forestale nei pressi del canale Carlo Alberto, a quasi un chilometro dalla villetta a due piani in cui abitava, al quartiere Orti.


Le carte processuali ricordano che “venne travolta dalla piena mentre tentava di rifugiarsi all’interno dell’edificio sito in via 28 Marzo 1921, civico 43”. È una palazzina tra via della Chiatta e via Poligonia. Alle cronache va anche il drammatico racconto di chi, ovvero il dottor Moreno Ferrarese, cercò di salvarla. «Rischiò la vita per aiutare Marilena» testimoniò Anna Paola Falzoi, sorella della vittima.

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Così si presentava il quartiere Orti dopo che l'acqua si ritirò

Il Tanaro all'improvviso

Marilena, 33 anni, quella domenica mattina era uscita di casa con la madre. Risulta che avessero sentito grida di bambine, terrorizzate. All’improvviso, la furia del Tanaro. Il medico, malgrado il pericolo, afferrò la più anziana delle due e la trasse in salvo, ma nulla poté per la figlia. Marilena cercò, poi, di salvarsi aggrappandosi a un albero. Tutto inutile.

La famiglia Falzoi, origine sarde, fino al 1994 era nota soprattutto per le panetteria. “Ora ci ricordano anche per Marilena” disse Anna Paola, rievocando i giorni in cui il nome della 33enne comparve un’infinità di volte sui giornali e riempì i discorsi di chi, speranzoso, non si ostinava ad aggiungere un nome al già fitto elenco di vittime alessandrine.

Chi non ce l'ha fatta

Che sono 14, come rilevato dall’Unità di ricostruzione della Prefettura.

Si tratta di: Gian Carlo Canestri, 48 anni, residente in via della Cappelletta; Alberto Perin, 63 anni, via Magellano; Alina Spandonaro, 86 anni, via 28 Marzo; Letizia Naboni, via Poligonia; Libero Cabella, 78 anni, viale Milite Ignoto; Vanda Teresa Isella, viale Milite Ignoto; Rosa Gay, 75 anni, via della Chiatta; Alfredo Bozzi, 78 anni, via Poligonia; Carlo Ferrari, via Magellano. Tutti, come la Falzoi, residenti agli Orti.

A San Michele, invece, sono morti Riccardo Raschio, classe 1928, e Angiolina Faà, nata nel 1921: entrambi abitavano in via Quaglia, a pochi metri di distanza.

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Alessandria, le vittime di domenica 6 novembre 1994

I morti "indiretti"

A causa dell’alluvione morirono anche i pensionati Giuseppe Boidi, 82 anni, e Anna Teresa Barberis, 79, entrambi residenti in via Casale, rispettivamente al civico 22 e al civico 24. Non vennero considerate vittime dirette (cioè: non fu fatale la furia del Tanaro), ma rientrano nell’elenco, con motivazioni diverse. Boidi subì una crisi cardiaca per la “fortissima emozione” (come scrisse il giudice per le indagini preliminari) dovuta al “vedere l’acqua del Tanaro entrare nel condominio dove abitava” e al “dovere trascorre la notte in una casa priva di luce, acqua e telefono”. Se ne andò il 24 novembre, mentre veniva trasportato all’ospedale di Nizza (in precedenza era stato ricoverato ad Acqui e a Genova, dove venne sottoposto a un intervento cardiaco).

Anna Teresa Barberis morì il 10 novembre mentre veniva trasportata all’ospedale di Novi Ligure per un collasso “dovuto a un forte stato di agitazione”, causato “dal vedere sgomberare la propria casa inagibile”.

Il mobile si rovesciò...

Il primo elenco delle vittime fu diramato alle 17 di lunedì 7 novembre. A inaugurare la triste lista, Riccardo Raschio e Alina Spandonaro. Il figlio della Spandonaro, la domenica mattina, si era recato a Pietra Marazzi per aiutare alcuni amici in difficoltà. Non riuscì a fare rientro a casa. La madre era stata travolta dalla piena che la spinse all’esterno dell’abitazione. La trovarono in giardino, coricata su una rete metallica. In mano aveva un rosario. Con lei morirono i suoi tre cani.

Terribile anche la fine di Libero Cabella, paralizzato a causa di una malattia, e della moglie Wanda Isella. Il genero della coppia raccontò: «Eravamo in casa, un’abitazione a due piani. A quello superiore stavano io, mio fratello e mia moglie. I miei suoceri erano bloccati al piano inferiore. Per Libero, non s’è potuto fare nulla. Attraverso un buco nel pavimento, ho cercato disperatamente di tirare su Wanda. La afferrai, ma il mobile su cui era salita si rovesciò. L’abbiamo vista sparire nel nulla».

Spulciando tra le cronache d’allora, non sfugge la triste fine di Rosa Gay, che la corrente scaraventò contro il frigorifero. La figlia si salvò raggiungendo il piano superiore, dopo essersi arrampicata su una pensilina.

Alfredo Bozzi e Letizia Naboni, marito e moglie, morirono annegati. La donna aveva tra le mani “una borsa contenente tutti i risparmi”.

Gian Carlo Canestri, vedendosi in pericolo, scese dall’auto e si aggrappò a una grata. Inutilmente. Così come fu vana la resistenza di Alberto Perin: per quasi cinque ore rimase aggrappato a un albero, dalle parti di via Magellano. Poi la furia del Tanaro ebbe la meglio

Massimo Brusasco

Massimo Brusasco (Alessandria, 1970), giornalista professionista, è redattore del giornale 'Il Piccolo' dai primi anni Novanta. Si occupa di cronaca, con particolare attenzione alla “vita dei paesi” e a quei personaggi che, solitamente, non fanno notizia. Ha collaborato con altre testate locali e preso parte a trasmissioni radiofoniche e televisive. Dal 2002 conduce 'Il salotto del mandrogno', talk show dedicato alla provincia di Alessandria e ai suoi protagonisti. Ha vinto concorsi letterari e pubblicato libri, in particolare biografie e romanzi. Autore Siae, scrive per il teatro e il cabaret; è direttore artistico della Compagnia Teatrale Fubinese. Dal 2024 presiede il Gruppo Aido di Fubine Monferrato.

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