Non era un film
La testimonianza del regista, all’epoca proprietario di un negozio di dischi. «Mia madre continuò a lavare vestiti zuppi di gasolio»
ALESSANDRIA – Lui non era ancora regista e quello certamente non era un film. Luca Ribuoli, classe 1969, all’epoca vendeva dischi in via Alessandro III, nel celebre negozio Zarathustra. Quella domenica, il 6 di novembre, era a San Salvatore: «Dovevo rientrare ad Alessandria e il ponte era chiuso. Niente di nuovo, più o meno eravamo abituati».
Tutto il resto, invece, fu una novità. «Avevo deciso di rincasare dopo avere visto le immagini a Telecity. Si raccontava della città alluvionata, ma chi poteva immaginare quegli scenari apocalittici?».
La prima testimonianza “dal vero” a San Michele: «Una processione di auto stava venendo verso di me. Soltanto più tardi avrei scoperto che erano gli invitati a un matrimonio che si stava festeggiando al residence del sobborgo: volevano fuggire, perché l’acqua stava salendo in modo clamoroso. Ho nella mente scene che non potò dimenticare: perso, ad esempio, ai camion che, sopra il viadotto del Bennet, cercavano di portare in salvo i capi di bestiame, o alle persone che si erano appostate sui tetti delle cascine».
Ribuoli, mosso più dalla disperazione che dalla logica, cercò di raggiungere il proprio negozio, inaugurato solo 6 mesi prima: «Andavo in senso contrario rispetto all’acqua che arrivava in via Alessandro III. C’erano detriti e un odore acre. Per non farmi trascinare dalla corrente, mi aggrappai a una saracinesca del bar Guidetti…».
Dovette desistere, Ribuoli. A Zarathustra arrivò solo il lunedì: «Nella via c’era gente che spalava. Io riuscii a entrare nel mio negozio solo dopo avere preso a spallate la porta. Ed è iniziato il calvario. Una lenta agonia che forse però, a ragionarci oggi, è stata fin rapida. Io e il mio socio abbiamo riaperto subito, ma c’è voluto un anno e mezzo per ottenere i finanziamenti. Quando chiudemmo definitivamente non fu a causa dell’alluvione. Decisivo fu fatto che, complici le evoluzioni tecnologiche, nessuno più comprava i cd».
Gli ultimi ricordi riguardano la madre «che per giorni ha lavato vestiti zuppi di gasolio e benzina» e il vecchio professore di Topografia, Giuseppe Lombardo: «Mi vide spalare, faticosamente. E mi incoraggiò dicendomi: dai, non mollare».
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