TRASFORMAZIONI
Finisce la gloriosa epoca dei burcé e con loro l’antica cultura del fiume
La ricostruzione e la messa in sicurezza delle rive del Tanaro ha come effetto collaterale la fine di una cultura del fiume antica quanto Alessandria stessa, se non di più. Finisce la gloriosa epoca dei burcè perché la costruzione degli argini toglie la possibilità di utilizzarli. Un’intervista collettiva pubblicata sul Piccolo del 20 aprile 2011 consegna la parola ai ricordi di alcuni degli ultimi barcaioli che sogliono ancora ritrovarsi sul Lungo Tanaro Solferino.
Personaggi popolari conosciuti con i loro soprannomi: ‘Nizza’ Leo Bertini, classe 1921, il cui nomignolo deriva dal fatto di essere nato a Nizza Monferrato, ‘Cucciolo’ «che veniva a pescare anche con la gamba ingessata», Ricagén, Massocco, i fratelli Rava o ‘Nocciolino’ che, oltre a pescare, aveva anche un banco di noccioline. «Era un fiume pescosissimo. Ricordo che prendevo anche venti chili di arborelle» dicono ‘Nizza’ e i suoi amici nell’articolo. Molti non solo pescavano per passione ma anche per arrotondare lo stipendio che si guadagnavano lavorando in fabbrica, magari alla Borsalino. Qualcuno lo faceva alla mattina presto, dalle 5 alle 7, prima di andare in azienda. Anche ‘Nizza’ vendeva i pesci presi nel Tanaro.
Questa sapienza antica del fiume si rivelò importante nel tragico giorno dell’alluvione. ‘Nizza’, per esempio, con la sua barca andò a prendere tante persone che erano sui tetti, salvò anche degli animali. «Con l’elicottero – spiega sul ‘Piccolo’ – si poteva avvistare chi era in pericolo ma era con le barche che si doveva andare».
Non è soltanto la chiusura del Tanaro ai burcè a segnare il tramonto della storica anima popolare del quartiere Orti, il più legato in città alle antiche tradizioni del fiume. La zona gradualmente cambia fisionomia, diventando un centro residenziale con numerose villette acquistate in genere da liberi professionisti. L’area diventa anche un punto di riferimento importante sul piano della salute per tutta la città con la farmacia comunale Orti di Largo Catania, l’unica in Alessandria sempre aperta 24 ore su 24.
Importanti interventi di riqualificazione avvengono sulle due sponde del Tanaro e nel Borgo Cittadella, che rientrano, insieme a Borgo Rovereto, nel Piano Integrato di Sviluppo Urbano (Pisu).
L’intervento sul Lungo Tanaro Solferino pone finalmente termine a un lungo periodo di degrado, denunciato anche dai giornali locali, come nel caso del ‘Piccolo’ del 20 aprile 2011. Oggi qui si trova Parco Italia, luogo che viene scelto anche per importati manifestazioni cittadine. Per esempio, nel 2019 ha un ottimo successo Anteprima Sagre tenutosi proprio qui per la prima volta dopo tre anni alla caserma Valfrè. Sempre nel Parco Italia, vicino al ponte Meier, è stata inaugurata il 21 novembre 2018 la scultura ‘Pianeta Marte’ di Antonio Saporito. In Lungo Tanaro San Martino si punta a una serie di interventi di ristrutturazione e di rilancio di una gloriosa società storica come La Nuova Boccia, nata nel lontano 1919 e che ha dato tanto alla città sia sul piano dei risultati sportivi che su quello della socializzazione.
Al di là del fiume, è stato sistemato il parcheggio della Cittadella su via Pavia. Sul lato opposto, per via Giordano Bruno vengono decisi una serie di interventi per fronteggiare le problematiche relative al traffico intenso e alla difficoltà di svolta, ritenendo di potere così di ridare vigore allo sviluppo economico e logistico della zona. Nasce una nuova grande area commerciale all’altezza della rotonda dopo il ponte Tiziano e tangenzialmente a via Vecchia Torino.
Il quartiere Orti era storicamente marginalizzato, posto addirittura al di fuori delle mura cittadine. Ora invece diventa l’area privilegiata di strutture culturali di grande importanza per Alessandria.
Si inizia in realtà prima dell’alluvione con il Politecnico, anche se questa esperienza non darà esito positivo. Proprio ad esso si deve se Alessandria nel 1992 (come si legge su ‘Il Piccolo’ del 5 ottobre 1992) è una delle prime città in cui vengono introdotte le lauree brevi. Si tratta dei corsi di diploma universitario in Ingegneria elettrotecnica e meccanica, che si tengono presso l’Itis Volta. Alla presentazione nell’aula magna dell’Istituto accorrono studenti da tutto il Piemonte e l’adesione è subito altissima: in breve tempo viene raggiunto il numero massimo di cinquanta iscritti per entrambi i corsi.
L’inaugurazione della sede in viale Michel non è fortunata perché poco prima la struttura è investita proprio dalla grande alluvione del 1994. ‘Il Piccolo’ del 25 novembre 1994, nella terza pagina, riferisce che per poterla portare a termine il giorno prima «si è lavorato duramente per liberare dal fango e dai detriti i locali si può dire appena terminati primo nucleo della zona universitaria degli Orti».
I sogni di crescita terminano alla fine del decennio successivo, quando viene tolta l’attività didattica alla sede alessandrina. Il Piccolo del 19 ottobre 2009, dando la notizia, teme addirittura la fine definitiva dell’esperienza, intitolando ‘Politecnico, nel futuro soltanto la chiusura?’. Conseguenza di tutto ciò è nel giugno 2014 lo scioglimento anticipato del Consorzio alessandrino per lo Sviluppo della Cultura Scientifica e Tecnologica, nato proprio a sostegno della sede distaccata del Politecnico. Ormai i grandi progetti legati al Politecnico sono finiti e il sindaco Rita Rossa annuncia che gli sforzi economici del Comune d’ora in avanti saranno tutti riservati all’Università del Piemonte Orientale.
In realtà questa è già presente negli Orti con una struttura legata alla cultura scientifica. Dove prima si trovava il foro Boario viene costruita la sede della Facoltà di scienze matematiche, fisiche e naturali. Entra in funzione nell’ottobre 2004 ma i lavori continuano fino all’inaugurazione del 20 febbraio 2009, quando il rettore Paolo Garbarino apre l’anno accademico nella nuova aula magna. Oggi è la sede del Dipartimento di Scienze e Innovazione tecnologica (Disit), costituito nel 2011 con la Riforma Gelmini. Nasce dall’esperienza maturata nell’ambito dei Dipartimenti di Informatica, di Scienze dell’ambiente e della vita e di Scienze e tecnologie avanzate, nonché della Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali precedenti.
Vicino al Disit, in piazza De André, si trova la sede dell’associazione Cultura e Sviluppo, che negli ultimi decenni ha svolto un ruolo centrale nella vita culturale alessandrina. Nata nel 1995, si è trasferita in questa nuova moderna sede nel 2003. Sostenuta economicamente dalla famiglia Guala, offre alla città un’offerta culturale di alto livello. Da una parte, le conferenze dei Giovedì Culturali permettono il confronto con relatori noti e qualificati a livello nazionale. Dall’altra continua a organizzare il Progetto Giovani, corso di formazione biennale rivolto prevalentemente a studenti universitari, a cui si sono affiancati progressivamente nuovi percorsi formativi e ricreativi (lingue, informatica, fotografia, cinema, teatro).
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