LE AZIENDE
Confindustria garantisce per decine di attività e mette a disposizione i propri uffici
Le cifre parlano chiaro: 103 miliardi di danni (in lire) alle attività industriali, 211 alle attività commerciali, 88 a quelle artigianali, 118 a uffici e servizi. Inoltre, i capi abbattuti sono stati 2100 e i comuni alluvionati 24. L’alluvione ha colpito duramente il tessuto imprenditoriale alessandrino che ha avuto la forza di rimettersi in movimento grazie alla forza di volontà di chi fa impresa e che già negli anni Novanta pensava a investire, come emerge dalle indicazioni delle recenti indagini congiunturali di Confindustria Alessandria. Ma – problemi burocratici a parte – sono stati fondamentali i fondi per la rilocalizzazione delle aziende.
Proprio l’associazione degli industriali ha fatto da garante per le richieste di finanziamenti che gli istituti di credito mandavamo a Confidi: «I danni per un evento come quello – ricorda Beppe Monighini, responsabile dell’Ufficio studi di Confindustria – sarebbero stati tutti a carico delle aziende perché, all’epoca, le assicurazioni non li avrebbero coperti». Per fortuna, in soccorso a un numero cospicuo di imprese sono arrivati i fondi per rilocalizzarsi, anche se c’è chi ha deciso di ricostruire sul sito originale.
103 i miliardi di danni alle attività industriali
L’elenco, che comprende il comune e la zona in cui aveva sede l’attività, consente di ricordare dove il Tanaro ha colpito duramente:
Va detto che le imprese hanno cercato, almeno nell’immediato, di superare l’emergenza che si sono viste costretti ad affrontare. Astra Refrigeranti, ad esempio, aveva tra gli altri il problema dei documenti intrisi d’acqua. Per risolverlo, si era deciso di portarli nell’abitazione del proprietario (e fondatore) Franco Oberti, in piazza Garibaldi, dove erano stati pazientemente asciugati con il phon.
La Mino, oggi azienda leader nella progettazione e costruzione di laminatoi, si trovava in una delle zone più colpite dall’alluvione e per un mese ha dovuto usare gli uffici di Confindustria, in via Legnano, per mantenere i contatti di lavoro che aveva avviato nei giorni precedenti il 6 novembre. Qui, il 7 novembre, è stato siglato un importante contratto con l’India che ha rappresentato una importante boccata di ossigeno e ha portato una una ventata di ottimismo, fondamentale in quei giorni cupi. Poi, l’attività – e non soltanto quella della Mino – è potuta ripartire grazie alla tenacia degli imprenditori e ad altri aiuti economici, arrivati da tutta Italia. E quella tragedia è stata lasciata alle spalle. Anche se nessuno l’ha dimenticata.
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