AL MOCCAGATTA
Roselli e i suoi ragazzi a spalare per liberare gli spazi e recuperare qualche maglia
La targhetta con la scritta “6-11-1994” per quasi 25 anni è rimasta lì, nella sala stampa dello stadio ‘Moccagatta’. Non c’era persona che entrasse per intervistare allenatori e giocatori che non alzasse lo sguardo, con un misto di curiosità e rispetto. Sette numeri separati da due trattini, la sintesi di un capitolo tragico di storia, della città e della squadra. Adesso, dopo i lavori di ristrutturazione, quel segno della memoria non c’è più, ma se si entra negli spogliatoi ancora lo si trova, un po’ nascosto.
L’effetto è sempre lo stesso, accendere immediatamente i ricordi. Anche in Giorgio Roselli, all’epoca allenatore dei Grigi nella stagione 1994 – 95, che ricorda molto bene il 6 novembre: qui aveva chiuso la sua carriera da calciatore, qui ha aperto una pagina nuova, in panchina, con Gino Amisano presidente in una categoria che sul campo era sfuggita pochi mesi prima, ma il Mantova era stato escluso per irregolarità finanziarie e l’Alessandria aveva preso il suo posto in categoria. Un campionato dominato dal Bologna di Renzo Ulivieri, che a ogni trasferta si portava al seguito un migliaio di tifosi.
Anche quel 6 novembre: un migliaio di sostenitori dall’Emilia, le forze dell’ordine in ogni dove, strade bloccate, i militari pronti a scortare gli ospiti fino al ‘Mocca’. La classifica dei padroni di casa è pesante, cercare l’impresa è un obbligo e uno stimolo supplementare per Roselli e i suoi uomini. La rifinitura del sabato sotto una pioggia battente, ma è autunno e da queste parti il clima non sorprende. E la testa del gruppo è tutta sull’avversario, su come fermarlo, sugli schemi, sulle marcature. «A pensarci bene – ricorda Roselli – erano precipitazioni un po’ anomale, ma nessuno di noi avrebbe mai anche solo immaginato cosa sarebbe accaduto poche ore dopo».
La domenica mattina, però, la situazione peggiora. Le due squadre, Alessandria e Bologna, sono insieme all’interno dell’hotel “Alli due Buoi Rossi”, dove c’è anche la terna arbitrale, il pullman degli ospiti parcheggiato in piazza della Libertà. Nell’agitazione della vigilia, però, Roselli si rende conto che qualcuno dei suoi manca all’appello. «Quelli che vivevano, da soli o con la famiglia, in alloggi nelle vicinanze dello stadio. Non si riesce neppure a contattarli telefonicamente”. Intanto, da fuori filtrano i primi messaggi, con le parole dell’incredulità e della paura. «Ci dicevano che il fiume aveva già invaso gli spalti vicini al Moccagatta, che quel misto di acqua e fango stava raggiungendo anche il centro». Fino alle 13.50, quando già Alessandria è per metà sott’acqua, la partita resta regolarmente programmata. Solo alle 14 la comunicazione della Prefettura del rinvio, i bolognesi riescono a partire, Roselli, e i dirigenti con lui, cercano di capire la sorte di chi all’albergo non è arrivato.
Come Terzaroli, che abita ai piani bassi di uno stabile in Borgo Rovereto. Solo dopo un giorno si scopre che ha cercato rifugio dai vicini. In televisione, però, sembra che l’alluvione non esista. Almeno non nel contenitore della Rai dedicato allo sport. «Alessandria – Bologna è in schedina. Il conduttore, sicuramente, non ha notizie certe. Così, alla lettura dei risultati – ricorda Roselli – annuncia che l’incontro è stato sospeso alla fine del primo tempo, sullo 0-0, per impraticabilità del campo». Si giocherà, davvero, il 14 gennaio 1995, ma non al Moccagatta ancora inutilizzabile: a Piacenza, senza Roselli, sostituito da Gianfranco Motta.
«Ho ancora negli occhi la devastazione: quando siamo usciti dall’hotel abbiamo capito – ancora l’allenatore – che l’Alessandria Calcio aveva perso tutto: lo stadio, il campo di allenamento a San Michele, il magazzino con il materiale, le divise. «Ci siamo tutti rimboccati le maniche, noi dello staff e i ragazzi. Due giorni dopo tutti a lavorare per liberare il bar e alcuni spazi, qualcuno si porta a casa quel che è rimasto delle divise, per lavarlo e avere qualcosa da indossare».
E la società trova sistemazioni di emergenza per le partite, soprattutto al ‘Palli’ di Casale”. Al Moccagatta l’Alessandria torna 80 giorni dopo grazie alla determinazione di Gino Amisano. «Senza questo campo conquistiamo la metà di punti». Anche se il fondo è color del fango, perché per l’erba c’è da attendere mesi, fino all’estate 1995. Ma il 22 gennaio 1995, Alessandria – Spal 3-1, è l’inizio di un nuovo capitolo.
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