IL PERSONAGGIO

Pescolla, il masseur che ha salvato due persone nello stadio

La storia del massaggiatore dei grigi "l'angelo custode in azione al Moccagatta"

Vincenzo Pescolla è fedele alle sue abitudini: quando l’Alessandria gioca in casa lui, il massofisioterapista, al ‘Moccagatta’ arriva molto prima. Già a metà mattina, per preparare la sala massaggi, l’infermeria e la sua valigetta. Dà uno sguardo al fiume, si accorge che l’acqua sta salendo, ma non ci dà peso.

Si mette a lavorare, perché sa bene che, nella concitazione degli attimi che precedono la partita c’è sempre il rischio di dimenticare qualcosa. Però passano i minuti, delle due formazioni, Alessandria e Bologna non c’è traccia. E quel silenzio che, solitamente, accompagna i suoi gesti abituali questa volta non c’è. Anzi, avverte concitazione e movimento all’esterno.

«Un rumore sordo –  il racconto, dettagliato, del ‘masseur’ scomparso due anni fa – ho provato a sporgermi dall’alto del muro di recinzione e mi sono accorto che c’era acqua nelle strade. Per qualche secondo, forse inconsciamente, non ho voluto pensare all’alluvione e ho cercato qualche spiegazione che mi tranquillizzasse. Invece, è bastato poco per rendermi conto che era l’inizio della tragedia. E che io ero nella ‘pancia’ del Moccagatta».

 

Lo stadio Moccagatta di Alessandria

Torna ancora un attimo nel suo spazio vicino agli spogliatoi, ma le voci concitate, le urla dall’esterno, lo riportano alla realtà. «Lo spalto non c’era più. Sono risalito sul muretto e ho visto la camionetta dei Vigili del Fuoco, sopra un amico che conoscevo da anni che mi urla ‘Vincenzo ti veniamo a prendere’. Ma c’era un gruppo di persone qualche metro oltre, che aveva più bisogno di me. ‘Andate a salvare loro, io qui sono al sicuro, posso andare sulle tribune, in alto, e aspettare’. Così hanno fatto, sbandando, per la furia dell’acqua».

Vincenzo resta ancora qualche istante sul muretto e nota una ragazza e un signore più anziano vicino al cancello d’ingresso della tribuna, che stanno tentando di attraversare la strada. «Se avessero fatto ancora pochi passi sarebbero stati travolti. Così li ho sollevati, a fatica, con tutta la forza che avevo. Temendo di non farcela». Invece il salvataggio riesce, i due sono nel Moccagatta, con Pescolla raggiungono gli spalti. «Negli spogliatoi non si poteva andare, tutto fango».

 

Ormai è sera e a casa nessuno sapeva dove fossero il massaggiatore e neppure le due persone salvate. «Abbiamo spaccato qualche panchina in legno per fare fuoco (all’epoca non c’erano seggiolini, ma panche, ndr). In uno scenario surreale». Un radioamatore di Genova avverte la Protezione Civile che c’è qualcuno dentro lo stadio. «Dopo le 22 un elicottero, con un faro acceso, ha sorvolato il Moccagatta e illuminato le tribune. Poco dopo, una zattera a fatica si è avvicinata: hanno lanciato salvagenti e giubbotti, ci hanno caricati e portati verso l’Infantile. E poi nella Caserma dei Vigili del Fuoco. In salvo» . 

 

Mimma Caligaris

Mimma Caligaris, giornalista professionista, scrive di sport sul Piccolo da 40 anni, autrice anche di tre libri e due instant book sull'Alessandria Calcio, un volume su Fausto Coppi (Eterno Fausto), uno su Rivera (Dal Grigio alla Stella, con Bruno Barba) e di racconti (nelle raccolte 'Rivera, Rivera, Rivera, Rivera' e 'Tutti i colori del Mocca') . Vicepresidente nazionale vicaria di Ussi, componente della giunta esecutiva Fnsi, appassionata di storie e personaggi, impegnata per la diffusione della cultura della parità, anche attraverso il linguaggio di genere

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