Conforto, aiuti e speranze con radio e radioline

Gli appelli, l'elenco delle persone salvate. L'importanza dell'emittenza privata nei giorni senza corrente elettrica. Il lavoro di Voce Spazio, Gamma e (da Valenza) Gold

Era il tempo delle radio transistor. E furono fondamentali in quei giorni senza corrente elettrica. Così come sono stati decisivi i telefoni fissi, nell’epoca i cui di cellulari ce n’erano pochissimi. E hanno avuto importanza pure le emittenti private, abbondanti nella nostra provincia anche se il periodo d’oro, quello dei pionieri, era ormai in archivio.

In quelle giornate d’emergenza, dunque, successe che il racconto dell’alluvione e, soprattutto, l’appello agli aiuti, ma anche l’elenco di persone tratte in salvo passò, anzi divenne di pubblica utilità, grazie da un lato alle radio private, dall’altro alle transistor che non avevano bisogno di corrente e, infine, alla telefonia tradizionale, quella dello 0131.

 

Per ore, anzi giorni, la voce degli speaker ha accompagnato gli alessandrini. E questi a chiamare, per chiedere informazione e per darne, per mettere a disposizione case e cose. O per chiederle, certamente.

Ricorda don Ivo Piccinini, parroco di San Michele e direttore di Radio Voce Spazio: «Per forza di cose, abbiamo dovuto interrompere il servizio. In meno di una settimana lo abbiamo ripristinato, consci dell’importanza che avrebbe rivestito. Affidammo le trasmissioni di servizio a Franco Taverna che, per un lungo periodo, ha continuato a leggere messaggi. Tra questi, ricordo, l’appello di chi raccontava che c’era carenza di cibo. Nel giro di un’ora, un macellaio di Voghera ci inviò un quintale di bistecche».

Un punto di coordinamento a San Michele, Alessandria

L'avviso del radioamatore

Un ruolo fondamentale, in quelle ore, l’ha giocato anche Radio Gamma, che aveva gli studi ad Alessandria in via Ardigò, nel quartiere Pista che era stato risparmiato dall’alluvione. «Dalla prefettura abbiamo avuto, in quelle ore drammatica, la concessione di una linea telefonica dedicata, lo 0131 260111 – ricorda Roberto Marzano, direttore dell’emittente – Nella nostra zona, non è mai mancata la corrente elettrica, per cui potevamo trasmettere. Lo abbiamo fatto per tempo, sapendo della situazione critica. Un nostro collaboratore faceva il radioamatore e, tramite il ‘cb’, aveva sentito che ad Asti era esondato il Tanaro. Ci siamo allertati ben presto, andando sui ponti a controllare la situazione, per raccontarla ai radioascoltatori».

 

Seguirono lunghe giornate di diretta. Ai microfoni anche Franco Tasca, che era la voce dello sport. Non c’erano partite da raccontare, purtroppo. Gamma ospitò nei suoi studi anche lo staff di Radio Cosmo, la cui sede in via Donizetti era andata distrutta. «Quella domenica mattina – aggiunge Marzano – chiamai Tony De Giglio, che era negli studi di Cosmo e lo invitai ad allontanarsi. Purtroppo nessuno aveva avvisato Fausto Mamberti, il cronista sportivo. Si salvò in modo piuttosto rocambolesco».

La vita di Cosmo riprese, dunque, in via Ardigò. Le due emittenti, poi, si sarebbero unite in un consorzio, nella più ampia sede di via Marsala.

L'elenco dei militari in salvo

Con Alessandria a bagno, i soccorsi “audio” arrivarono da Valenza dove, da via Melgara, trasmetteva Radio Gold. «Ci telefonò un ascoltatore quella domenica pomeriggio – ricorda il direttore Renato Lopena – dicendoci dell’alluvione. Ma nessuno gli credette. Seguì un’altra chiamata e continuammo a pensare a uno scherzo. La terza, però, decidemmo di mandarla in onda». E cominciò così una lunga diretta, «utile – aggiunge Lopena – per colmare il vuoto di comunicazione, anche perché la Rai, di fatto, non si interessò all’evento. Io rimasi in studio, ininterrottamente per 24 ore, ma in pratica non smettemmo mai di raccontare quello che stava succedendo. Capivamo dalla gente che il buio accresceva la paura. E che ogni luce che si avvicinava poteva voler dire speranza».

 

Le prime due notti sono state le più drammatiche. E, in situazioni del genere, una radio transistor poteva essere, se non una benedizione, almeno un conforto. Tra i momenti indimenticabili, la lettura in diretta, da parte di un ufficiale dell’Esercito, dei nomi dei militari che si erano messi in salvo dalla Cittadella allagata.

«Dobbiamo ricordare – evidenzia Lopena – che i telefoni cellulari erano pochissimi. Per fortuna, nel nostro staff, avevano collaboratori come Claudio Rossin e Gigi Poggio che, in quanto dipendenti della Provincia, erano dotati di telefonia mobile. Improvvisatisi corrispondenti, raccontavano in diretta quello che succedeva ad Alessandria».

«Sembravano deportati»

«Il lunedì mattina – aggiunge lo stesso Gigi Poggio – vidi persone che dagli Orti venivano verso il centro città. Sembravano deportati. Hanno sorpreso anche me: abitavo a Spinetta. Nella Fraschetta non si aveva la minima percezione di quello che era accaduto. Ho cercato di raccontarlo ai radioascoltatori e, contestualmente, io e altri della Provincia portavamo aiuti materiali. Non c’era ancora la cultura della protezione civile, né alcuna organizzazione. Ricordo di avere consegnato cibo a gente che abitava nella zona del bivio di San Michele. Il centro cottura di riferimento era al Galimberti, col cuoco Umberto. Ci siamo impegnati anche a portare candele. In certi casi sono risultate fondamentali».


Quella domenica, Gigi Poggio, come altri, era diretto allo stadio per la partita dei Grigi contro il Bologna. “Avrei dovuto fare il collegamento per la radio” dice. E ricorda che al Moccagatta c’era il massaggiatore Vincenzo Pescolla che rimase chiuso nello spogliatoi e venne tratto in salvo con l’elicottero. «Per vincere il freddo, bruciò i giornali che venivano distribuiti gratuitamente ai tifosi» dice. Sorride. Anche noi, pensando che la carta stampata, talvolta, può essere davvero utile..

Massimo Brusasco

Massimo Brusasco (Alessandria, 1970), giornalista professionista, è redattore del giornale 'Il Piccolo' dai primi anni Novanta. Si occupa di cronaca, con particolare attenzione alla “vita dei paesi” e a quei personaggi che, solitamente, non fanno notizia. Ha collaborato con altre testate locali e preso parte a trasmissioni radiofoniche e televisive. Dal 2002 conduce 'Il salotto del mandrogno', talk show dedicato alla provincia di Alessandria e ai suoi protagonisti. Ha vinto concorsi letterari e pubblicato libri, in particolare biografie e romanzi. Autore Siae, scrive per il teatro e il cabaret; è direttore artistico della Compagnia Teatrale Fubinese. Dal 2024 presiede il Gruppo Aido di Fubine Monferrato.

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