IL RICORDO
Nel 1994 era a capo del Viminale. Venne più volte nella nostra provincia. E, anni dopo, ha ricordato quelle trasferte nella città dell'amica Francesca Calvo
ALESSANDRIA – Al tempo dell’alluvione, il leghista Roberto Maroni era ministro dell’Interno del Governo Berlusconi. Venne ad Alessandria, a constatare il disastro, a parlare con i soccorritori, a ragionare su come Roma avrebbe potuto aiutare quell’ampia zona del Piemonte messa in ginocchio dal maltempo.
‘Il Piccolo’, il 25 novembre 2022, a pochi giorni dalla morte di Maroni, ha pubblicato un articolo per ricordare l’intervista rilasciata da Maroni qualche tempo prima, dedicata al ricordo delle trasferte alessandrine.
«Ero a Genova a una riunione della Lega quando venni a sapere dell’alluvione in Piemonte. Bossi, addirittura, mi disse che c’erano migliaia di morti».
Per fortuna non fu esattamente così, anche se quel 6 novembre 1994 torna sempre alla mente come un giorno catastrofico. Non lo ha mai dimenticato neppure Roberto Maroni, all’epoca ministro dell’Interno. Venne ad Alessandria più volte, si prodigò per aiutare a gestire l’emergenza. Fu spesso in contatto col sindaco Francesca Calvo, sua amica nonché compagna di partito.
Alla notizia della morte di Maroni, vengono il mente le trasferte di Maroni nella nostra città, rievocate anche in un’intervista che, in tempi recenti, l’ex numero due della Lega, concesse al ‘Piccolo’.
«Chiesi al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, di avere poteri da commissario, per poter stanziare i fondi e affidare compiti ai sindaci – rivelò Maroni – Secondo me, dovevano essere loro a prendere in mano la situazione, non i prefetti. Sono i sindaci, d’altronde, quelli che hanno più aderenza con i territori. Dal punto di vista politica, inoltre, era il momento in cui la Lega voleva abolire i prefetti».
Maroni ricordò anche il suo impegno per ridurre la burocrazia, per dare sostanza alla Protezione civile che, effettivamente, dopo il 1994 acquisì maggior importanza. E per fare sì che i territori fossero protagonisti, nella certezza che avrebbero saputo intervenire con maggior efficacia rispetto a chi sta nelle stanze romane. «Non è questione di essere della Lega, è avere presente come stanno le cose – aggiunse Maroni – penso però che sia stato decisivo il fatto che al governo ci fosse uno come me, sempre vicino agli enti locali».
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