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La storia di Luciano, dell'Apecar e di quando disse: «Voglio aiutarvi»

Origini veneziane, chiedeva l'elemosina, si è messo a disposizione degli alluvionati. Era il “parente di tutti”. E ha pure trovato l'amore

SAN MICHELE – Luciano Friselle era veneziano. Con l’acqua, uno di Venezia, ha una certa affinità, ma questo c’entra poco perché, in verità, lui ha cominciato a fare notizia quando l’acqua s’era ormai ritirata, lasciando il posto al fango.

Luciano Friselle, classe 1944, viveva di espedienti, come spesso si dice banalizzando. Venne ad Alessandria in cerca di fortuna o, almeno, di una vita dignitosa.

Stazionava spesso dalle parti del Vescovado, immaginando che i sacerdoti frequentanti la Curia fossero generosi. “Mi dai qualcoséta?” chiedeva, con accento veneto. E, in effetti, su qualche sprazzo di generosità poteva fare affidamento.

Si faceva vedere anche dalle parti di San Michele, sempre per elemosinare. Finché il parroco don Ivo Piccinini, gli spiegò che non avrebbe potuto campare così all’infinito, ma che sarebbe stato opportuno si fosse dato da fare in qualche lavoretto. Friselle non sembrò molto persuaso, ma almeno tentò di fare l’imbianchino…

Venne il 6 novembre, con quel che sappiamo

Due giorni dopo, raggiunse San Michele, con una vecchia bici. Andò a cercare don Ivo, suo coetaneo: “Stavolta non ti chiedo niente, ma solo di potervi aiutare”. Il prete, per il quale non era un volto nuovo, si trovò spiazzato. Ma l’allora comandante della Polizia municipale di Valenza, Pier Giuseppe Rossi, mandato nel sobborgo a coordinare l’assistenza, non ebbe dubbi: «Teniamolo, che può essere utile».

Un senso all'esistenza

La nuova vita di Friselle cominciò con quelle parole. Tornò con un motocarro (nessuno ricorda dove lo trovò, ma facciamo che sia un dettaglio) e con esso cominciò a viaggiare di cascina in cascina, per portare i pasti che venivano preparati all’oratorio di San Michele, diventato, a breve, il cuore pulsante dei soccorsi.

Friselle diede un senso alla propria esistenza. Mai domo. Una trasferta, poi un’altra, prima sull’Apecar, poi con un furgone della parrocchia, grazie al quale iniziò una proficua attività di distribuzione di mobili ed elettrodomestici, che continuò a emergenza finita e quando il vecchio istituto di coniglicoltura (ora sede della Protezione civile) divenne un deposito di arredamento e affini, a beneficio di chi aveva perso tutto.

Friselle fu un corriere “ante litteram”, senza algoritmi da rispettare, ma con una straordinaria disponibile e un insospettabile cuore. Non ci mise molto a diventare un amico fidato, un volto noto dell’assistenza, un riferimento anche per gli obiettori di coscienza giunti da Milano per portare conforto materiale e morale.

La figlia del dentista

Trovò anche l’amore, Friselle. Si chiamava Silvana, era figlia di un odontoiatra. Gli offrì casa e sentimenti.

Quando finalmente tutto sembrava volgere al meglio, nell’anno 2000 all’uomo venuto da Venezia a cercare fortuna, venne diagnosticato un tumore ai polmoni. Don Ivo lo andò a trovare in ospedale: «Sapeva che non sarebbe sopravvissuto» ricorda il parroco. Al quale, pochi giorni dopo, toccò celebrare il funerale, durante il quale disse che Luciano era “il parente di tutti”, che «tutti ha aiutato, senza chiedere niente in cambio». Furono lacrime sincere.

È stato sepolto a San Michele. Accanto a lui, qualche anno dopo, sarebbe stata tumulata Silvana. Malgrado fosse di famiglia agiata, la donna chiese espressamente di stargli vicino, sotto una terra che, alla luce di tutto ciò, e se c’è giustizia, dev’essere lieve per forza.

Massimo Brusasco

Massimo Brusasco (Alessandria, 1970), giornalista professionista, è redattore del giornale 'Il Piccolo' dai primi anni Novanta. Si occupa di cronaca, con particolare attenzione alla “vita dei paesi” e a quei personaggi che, solitamente, non fanno notizia. Ha collaborato con altre testate locali e preso parte a trasmissioni radiofoniche e televisive. Dal 2002 conduce 'Il salotto del mandrogno', talk show dedicato alla provincia di Alessandria e ai suoi protagonisti. Ha vinto concorsi letterari e pubblicato libri, in particolare biografie e romanzi. Autore Siae, scrive per il teatro e il cabaret; è direttore artistico della Compagnia Teatrale Fubinese. Dal 2024 presiede il Gruppo Aido di Fubine Monferrato.

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