IL DOCUMENTO

Variante Pai: cosa si rischia in caso di piena. E come intervenire

I lavori necessari e l'ipotesi di eventi duecentennali e cinquecentennali

Risale al maggio 2022 l’approvazione, da parte della Regione Piemonte, della variante al Pai-Piano d’assetto idrogeologico che ‘racconta’, di fatto, i vecchi e nuovi rischi idrogeologici riguardanti il territorio di Alessandria. E, di conseguenza, le opere da realizzare per evitare i problemi più gravi. 

Del resto, fin dal via libera al primo Pai nel 2001 il fiume Tanaro oggetto di studi di carattere idraulico che hanno approfondito e dettagliato le conoscenze circa i valori delle portate di piena di riferimento e il comportamento idraulico in piena del corso d’acqua.

L'area interessata

Il documento descrive il nostro fiume dalla nascita alla foce: la delimitazione delle fasce fluviali per il fiume Tanaro interessa infatti il tratto compreso tra Ceva (ponte Ss 28) e la confluenza in Po, per una lunghezza complessiva di circa 185 km.

Il bacino idrografico sotteso alla stazione idrometrica di Montecastello, in prossimità della foce, ha una superficie di 7.985 km quadrati, di cui circa l’82% è classificato in ambito montano.

Sotto l’aspetto geomorfologico il tratto considerato ha ancora, per una lunghezza molto limitata fino alla confluenza del torrente Corsaglia corrispondente a circa 8 km, caratteristiche di alveo torrentizio; dal Corsaglia a Castello d’Annone si ha la parte di medio corso (115 km) e infine la parte di basso corso fino alla confluenza in Po, per circa 62 km.

Nel tratto medio e basso l’alveo assume le tipiche caratteristiche di corso d’acqua di pianura con frequenti meandri, sviluppandosi prevalentemente in direzione sud-nord fino alla sella di Bra, dove riprende la direzione preferenziale est-nord-est.

All’altezza di Cherasco si ha la confluenza della Stura di Demonte (bacino sotteso 1.490 km quadrati), che rappresenta uno degli affluenti principali; verso valle, tocca in successione le città di Alba e Asti; circa 35 km a valle di quest’ultima vi è in destra la confluenza del Belbo e ulteriormente a valle, superata Alessandria, sempre in destra quella del Bormida, poco a monte di Montecastello.

Eventi di piena recenti

I corsi d’acqua principali del bacino idrografico del Tanaro hanno caratteristiche idrologiche di piena molto differenziate, sostanzialmente in funzione della morfologia dei relativi sottobacini e dell’esposizione degli stessi alle perturbazioni meteoriche oltre che, in misura minore, del tipo di substrato e di copertura.  

L’alto Tanaro ha caratteristiche tipiche dei bacini alpini pedemontani, mentre il medio e basso Tanaro, il Belbo e l’Orba hanno caratteristiche tipiche dei bacini appenninici, con influenza delle precipitazioni nevose trascurabile.  

Le piene del Tanaro nei tratti di pianura risentono in modo determinante dell’apporto degli affluenti principali e dei relativi effetti di concomitanza dei colmi. Sono normalmente scollegati gli eventi sulla Stura di Demonte e sul Gesso rispetto a quelli che si verificano nelle restanti parti del bacino. Inoltre, non sono generalmente concomitanti i colmi del Tanaro con quelli della Bormida; le condizioni di piena del Belbo possono essere associate ad eventi critici sia sul Tanaro che sulla Bormida.  

La piena del 5-6 novembre 1994 costituisce l’evento in cui sono stati superati tutti i massimi storici precedenti per tutta l’asta del Tanaro: all’idrometro di Farigliano è stata infatti raggiunta l’altezza di 9 metri (3 oltre il precedente storico), con un colmo stimato in circa 3.800 metri cubi a secondo; ad Alba, Asti e Alessandria il colmo è stato stimato tra i 4.000 e 4.200 metri cubi al secondo; all’idrometro di Montecastello, in circa 4.800 metri cubi al secondo, con 8,50 metri di livello idrometrico. 

 Il nodo di Alessandria 

Il “nodo di Alessandria”, come dai tecnici viene definito, in seguito all’evento alluvionale del 1994 è stato oggetto di una pianificazione straordinaria (Ps 45), che ha anticipato quella ordinaria del Psff (1998) e del Pai (2001), al fine di definire le linee di assetto dell’alveo, tutelare l’uso del suolo nelle aree allagate di pertinenza fluviale e programmare gli interventi sia di difesa passiva (argini) che di laminazione delle piene. 

In attuazione a tale pianificazione, è stato progettato e realizzato in corrispondenza della città un articolato sistema difensivo, caratterizzato da argini, muri, ricalibratura delle sezioni dell’alveo e rifacimento di tutti i ponti, fra cui in particolare quello della Cittadella, demolito nel 2009.  

Il sistema difensivo, partendo da monte, è costituito da argini in terra continui dall’abitato di Felizzano (a sinistra) e di Casalbagliano (a destra), fino al ponte ferroviario. Da qui fino poco a valle dell’ex ponte della Cittadella è presente un sistema continuo di muri arginali prossimi alle sponde dell’alveo, che si raccordano successivamente verso valle con l’argine degli Orti, a destra, e con il più recente argine sinistro realizzato fino all’intersezione con la A21. 

Procedendo verso valle, sempre a sinistra, il limite di contenimento delle piene a tergo dell’autostrada coincide con il bordo del versante collinare. A destra, invece, il sistema di contenimento delle piene è posto in corrispondenza del rilevato della tangenziale e poi risvolta verso sud a protezione dalle piene del fiume Bormida.  

Sulla sponda destra del Bormida, in corrispondenza della confluenza in Tanaro, è presente un argine golenale aperto verso valle e un più arretrato argine principale che, a partire dal rilevato dell’autostrada, prosegue con continuità verso valle fino a raccordarsi con l’argine maestro del fiume Po.  

L’esito delle analisi idrauliche sviluppate nel tratto in questione, a partire dagli studi svolti dall’Università di Genova per conto di Aipo, ha evidenziato però forti condizioni di criticità del sistema difensivo, come peraltro verificatosi anche durante l’evento del 2016. Infatti, dall’abitato di Solero fino alla città di Alessandria il sistema arginale risulta fortemente inadeguato sia in sinistra che in destra idraulica, tale da essere in alcuni tratti con franco negativo.  

A valle di confluenza Bormida, inoltre, vi è una criticità locale in sponda sinistra, a Pietra Marazzi, dove risulta confermata la necessità di un limite B di progetto, mentre in sponda destra l’argine che verso valle si collega all’argine maestro di Po presenta franchi limitati evidenziati anche nella presa d’atto del collaudo dell’opera. 

I nuovi rischi secondo la Variante

L’assetto di progetto dell’asta del fiume Tanaro è stato definito a seguito dell’evento alluvionale del novembre 1994, che è risultato il più gravoso evento storico, causando modifiche profonde all’assetto morfologico e idraulico dell’asta principale.  

Gli studi e le indagini condotte immediatamente a seguito dell’evento hanno portato, oltre alla individuazione e alla realizzazione delle opere di riassetto e di difesa idraulica più urgenti, anche alla definizione di un assetto di progetto generale che è stato recepito nel Pai, in specifico con la delimitazione delle fasce fluviali. 

La Variante, pertanto, aggiorna l’assetto del progetto del Pai, individuando e inserendo nella pianificazione gli interventi già in parte progettati o in corso di progettazione da parte di Aipo e Regione Piemonte e, per quanto ad oggi disponibile, i valori delle portate di piena. 

In particolare, la variazione più significativa riguarda la stima della portata duecentennale ad Alessandria e a Montecastello: ad Alessandria il valore della portata duecentennale, nel caso più cautelativo degli scenari idrologici sviluppati negli studi pregressi (Università di Padova), è pari a 3.800 metri cubi al secondo nello stato attuale, mentre in quello di progetto con gli interventi di laminazione a monte della città è pari a 3.500 metri cubi al secondo.  

A Montecastello invece gli studi idrologici hanno evidenziato uno scenario di maggior contemporaneità delle piene di Tanaro e Bormida e hanno stimato per l’evento duecentennale una portata di 5.400 metri cubi al secondo nello scenario attuale. Non essendo disponibili valutazioni specifiche dell’assetto di progetto comprensivo del fiume Bormida, anche nello scenario di progetto è stata cautelativamente confermata tale portata per il tratto terminale fino a confluenza Po.  Tali valori, con alcuni piccoli aggiornamenti ad Alessandria, sono peraltro già stati inseriti nel Pgra 2015.

Marcello Feola

Classe 1976, iscritto all’Odg dal 1996 e al “Piccolo” (in qualità di collaboratore della redazione sportiva) già dall’anno precedente, oggi è vicedirettore della testata. Si occupa, in particolare, di politica e cronaca cittadina, oltre che della gestione del bisettimanale e dei siti del Gruppo. Ha collaborato con altri giornali, locali (i primi articoli su “La Voce Alessandrina” ai tempi del liceo classico) e nazionali, ed è impegnato nel sociale: da anni, infatti, guida l’Associazione Alioscia Ferrari, fondata nel 2007 in ricordo di un amico prematuramente scomparso.

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